Sono la Dott.ssa Elena De Stefani, Specialista Reumatologa di EQUIPE.
Tante volte mi sono sentita chiedere, da parte di molti pazienti, quale sia il campo di studio della Reumatologia e quali malattie vengano studiate e curate. Il termine “reumatismo” trae spesso in inganno, in quanto non è immediatamente associabile ad un organo o apparato specifico.
Il Reumatologo si occupa di tutte le malattie infiammatorie e non, che interessano articolazioni, muscoli, tendini e tessuto connettivo.
Si tratta per lo più di patologie poco conosciute e trascurate, i cui sintomi spesso vengono sottovalutati e confusi.
Se hai qualcuno dei sintomi elencati qui di seguito, parlane col tuo fisioterapista di fiducia o Medico Curante e richiedi una visita reumatologica:
· gonfiore, dolore alle articolazioni soprattutto alle mani e polsi con rigidità prevalentemente mattutina (artrite reumatoide/artrosi)
· mal di schiena soprattutto lombare che peggiora di notte e diminuisce con l'attività fisica (spondilite anchilosante).
· Tendiniti ricorrenti, borsiti, dita “a salsicciotto” (artrite psoriasica)
· dita bianche o blu (Fenomeno di raynaud) dopo esposizione al freddo, secchezza oculare\orale, eritemi cutanei dopo esposizione al sole, aftosi, gonfiori e tensione alla pelle delle mani e dei piedi (connettiviti: lupus eritematoso sistemico, sclerodermia, sindrome di Sjögren, miositi ecc)
· debolezza, stanchezza, dolori diffusi intensi, mal di testa, disturbi del sonno (fibromialgia);
E’ evidente quindi di come si possa spaziare in un campo molto vasto: si va dalle patologie che derivano dalla degenerazione delle articolazioni (piuttosto comuni come l'artrosi, le tendiniti\tendinosi ma anche l'osteoporosi) fino alle malattie più gravi di origine infiammatoria (come le artriti), ed autoimmuni, in forte crescita in questi anni ( lupus eritematoso sistemico , sclerodermia, sindrome di Sjögren, e le altre connettiviti) in cui il sistema immunitario produce anticorpi contro il proprio stesso organismo, potendo così colpire tutti gli organi (reni, polmoni, vasi sanguigni e cervello, il cuore, la cute, l’occhio, i globuli bianchi e i globuli rossi).
Non dimenticherei inoltre un altro capitolo importante della Reumatologia, cioè quello che riguarda laFibromialgia: patologia che dal punto di vista fisico e biologico risulta essere la malattia meno aggressiva (il corpo è sano, in senso stretto) dal punto di vista reumatologico, ma che genera dolori insopportabili ed altera severamente la qualità di vita dei pazienti.
Tutte le patologie citate necessitano di essere riconosciute e trattate in maniera adeguata con un approccio integrato farmacologica e fisico/riabilitativo.
L’American College of Rheumatology (ACR) consiglia economia articolare, esercizi domiciliari e partecipazione a programmi di esercizi dinamici e aerobici. La riabilitazione dei pazienti con patologie articolari infiammatorie (Artrite Reumatoide, psoriasica ecc) sin dalle fasi precoci è fondamentale allo scopo di migliorare la mobilità articolare, la forza muscolare, lo stato di salute generale e la qualità della vita. Gli scopi globali della riabilitazione nelle artriti infatti sono: Riduzione del dolore, Prevenzione del trattamento del danno nelle sedi articolari compromesse, Rieducazione globale dell’apparato locomotore, Prevenzione dei danni secondari a distanza dovuti ad aggiustamenti posturali e gestuali di compenso.
La riabilitazione deve essere svolta in assenza di dolore e può essere sia distrettuale (trattamenti locali, mirati alle più gravi alterazioni distrettuali (soprattutto alle mani) soprattutto nelle fasi iniziali) e successivamente globale, volta a migliorare la postura, la forza muscolare e lo stato di salute generale. Essendo patologie a carattere sistemico, ipotrofia ed ipostenia muscolare sono frequenti, dovute sia alla terapia steroidea sia alla malattia stessa. È comunque sempre consigliata molta cautela e soprattutto la supervisione di un fisioterapista.
Anche la complessità della sintomatologia della Fibromialgia (FM) richiede un trattamento multi- o interdisciplinare nel quale la terapia farmacologica sia affiancata dall’educazione del paziente, dalla terapia cognitivo-comportamentale e dalla riabilitazione. L’attività fisica aerobica (AFA) è di basilare importanza per interrompere il circolo vizioso dolore-inattività-dolore, che porta il paziente con FM a evitare di muoversi per non aggravare il dolore. L’immobilità, infatti, determina ipotrofia muscolare, con peggioramento della forma fisica e del tono dell’umore che, a loro volta, aggravano la sintomatologia dolorosa durante il movimento. Pertanto gli obiettivi dell’esercizio fisico sono il miglioramento della forma fisica e del tono dell’umore e la riduzione dell’affaticabilità. Anche la letteratura ha evidenziato come l’esercizio aerobico abbia effetti benefici sulla capacità fisica e sui sintomi della FM. L’idrochinesiterapia (esercizi supervisionati in acqua calda) ha dimostrato una notevole efficacia, sulla riduzione del dolore e del numero dei tender points nonché sul miglioramento dello stato di salute. La balneoterapia (che impiega bagni contenenti acque minerali termali a una temperatura intorno ai 34° C) si è dimostrata efficace rispetto ai gruppi di controllo su dolore, affaticabilità, rigidità, ansia e disturbi del sonno.
Inoltre è chiaro come in tutte le patologie muscoloscheletriche sia di carattere infiammatorio che degenerativo si sono dimostrati altrettanto efficaci, a supporto del trattamento farmacologico e/o riabilitativo, anche le terapie fisiche strumentali come tecar, laser, ultrasuoni, e con apparecchiature Rexonage e Pronexibus.
Potete prenotare una visita con la Dott.ssa De Stefani allo 0425471488!
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