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Come gestire una Tendinopatia in 3 semplici mosse

Ecco qualche consiglio per gestire al meglio una delle problematiche più comuni che si presentano nel momento del ritorno all’attività sportiva, la TENDINOPATIA. 

 

Fermi tutti, ma sapete cos’è un tendine e soprattutto cosa sia una tendinopatia?

No, NON UNA TENDINITE, una T-E-N-D-I-N-O-P-A-T-I-A. 

 

Bene, iniziamo da qui allora. 

I tendini sono strutture che collegano i muscoli alle ossa, immaginiamoli come delle corde poco elastiche ma molto resistenti, che riescono a tollerare solo un certo carico di lavoro. Proprio quando il carico che il tendine riceve supera il carico massimo che può sopportare allora si genera un disequilibrio che può generare dolore, ovvero la tendinopatia.

 

Questa viene spesso erroneamente definita come “tendinite”, con la convinzione che alla base ci sia un’infiammazione che crea dolore (di solito, infatti il termine finale -ite prevede che ci sia un’infiammazione in atto). SBAGLIATO! La causa di un dolore del tendine spesso non è di natura infiammatoria, ma proprio di un sovraccarico rispetto a quello che il tendine può tollerare.

 

Proprio per questo, i consigli che proponiamo sono:

 

            1. NO AL RIPOSO 

La tendinopatia, come appena detto, NON è considerata una condizione infiammatoria del tendine, quindi non può essere trattata come si risolverebbe una normale infiammazione ovvero, niente ghiaccio, antinfiammatori e nemmeno riposo! 

Il riposo, infatti, non aiuta il tendine ad aumentare la sua tolleranza al carico, perché per farlo il tendine dovrebbe muoversi. E come? Vediamo il punto successivo.

 

2. CARICHI PROGRESSIVI

Bisogna inizialmente modificare le proprie attività (senza mai il completo riposo), per ridurre il carico sul tendine e, di conseguenza, il dolore. L’obiettivo è quello di ritornare alla propria attività sportiva tramite carichi graduali per aumentare la capacità del tendine di sopportare quel determinato carico di lavoro. La progressione è fondamentale in quanto il tendine soffre dei picchi di lavoro improvvisi. Ecco perché fermarsi totalmente e poi riprendere l’attività allo stesso livello a cui la si aveva abbandonata, senza passare attraverso un lavoro in progressione, non risolve questa condizione.

 

            3. NON FIDARSI DEGLI ESAMI DIAGNOSTICI (ECOGRAFIA, RISONANZA MAGNETICA)

Avete fatto una risonanza magnetica che ha evidenziato delle alterazioni del tendine? Niente paura, può non essere quella la causa del vostro dolore.

É stato dimostrato, infatti, che anche un tendine di una persona che non ha dolore può presentare le stesse alterazioni. Non c’è, di conseguenza, per forza un collegamento tra il dolore e il risultato di esami diagnostici.

 

Cosa ti consigliamo noi di Equipe?

Chi presenta un dolore a livello tendineo dovrebbe affidarsi ad un fisioterapista che:

  • lo aiuti a capire se davvero soffre di tendinopatia;
  • lo educhi ad una corretta gestione dei carichi (quali attività sono più stressanti per quel tendine e quali meno, quando e come farle, come tenere monitorato il dolore, quando progredire con altre attività)
  • lo segua attraverso esercizi graduali per ritrovare il giusto equilibrio di cui il suo tendine ha bisogno.

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