Spesso la parola intervento chirurgico ci spaventa, ma quando la scelta dei tempi e l'indicazione è mirata, rimane la vera cura di patologie ortopediche frequenti.
Il nostro Ortopedico, dott. Visonà, ci parla di quando e come è indicata la chirurgia nelle tre più comuni patologie di spalla, anca e ginocchio.
LA SPALLA DOLOROSA E LA CUFFIA DEI ROTATORI
La spalla è un’articolazione estremamente mobile e la sua funzionalità è garantita dalla cuffia dei rotatori.
Ma cos’è la cuffia dei rotatori?
Questa struttura è formata da 4 tendini che collegano alcuni muscoli alla testa dell'omero permettendo i movimenti del braccio. I tendini, soprattutto se sollecitati con gesti ripetitivi o sforzi, si usurano. Inizialmente si parla di tendinite, mentre quando si staccano dall'osso siamo di fronte alla rottura della cuffia dei rotatori. Questa rottura si può verificare progressivamente, dopo i 40-50 anni, oppure in maniera acuta a causa di un trauma.
Quando capita il paziente descrive un dolore alla spalla, localizzato lateralmente, che può arrivare fino al gomito.
I problemi della cuffia dei rotatori sono la più frequente causa di dolore alla spalla.
Qual è il ruolo dell’ortopedico in questa patologia?
Nel corso della visita ortopedica il chirurgo verifica che la spalla abbia una mobilità passiva completa. Ogni tendine viene valutato con un diverso test. Una radiografia ed una Risonanza Magnetica servono per inquadrare dettagliatamente il problema. L'approccio iniziale è conservativo, in genere sono sufficienti una o due infiltrazioni con cortisonico associate a delle sedute di fisiokinesiterapia specifica.
Se questo approccio non fosse sufficiente, o nel caso di pazienti giovani o sportivi, si propone l’intervento chirurgico in artroscopia. Questo intervento viene realizzato con piccoli tagli di circa 1 cm attorno alla spalla, per introdurre una telecamera e degli strumenti miniaturizzati.
Questo intervento prevede un ricovero in day surgery (24 ore), a cui segue un periodo di rieducazione, finalizzato all’ottenimento di una spalla mobile e non più dolorosa.
LA PROTESI NELL’ARTROSI DELL’ANCA
L'artrosi dell'anca è la scomparsa progressiva della cartilagine compresa fra l'osso della coscia e quello del bacino. È un problema che colpisce generalmente il paziente anziano, ma non sono rari casi di comparsa giovanile dei sintomi. L’ artrosi d’anca si manifesta, in genere, con dolore durante la deambulazione che si irradia all’inguine e difficoltà nei normali spostamenti della vita quotidiana. Anche in questo caso il primo approccio al dolore è di tipo conservativo (farmaci, terapie fisiche, fisiokinesiterapia)
Ma quando operare?
La sostituzione protesica è l'unica soluzione per ripristinare la funzionalità dell'articolazione quando la cartilagine è molto usurata ed ogni movimento dell'anca diviene difficile, causa dolore che impedisce progressivamente di camminare e la terapia antidolorifica non da più beneficio.
L'operazione viene eseguita in anestesia spinale e dura circa 2 ore: il paziente non sente alcun dolore, né vede nulla dell’intervento ma è cosciente.
Il recupero della mobilità si ha in 4 – 6 settimane e la durata della protesi varia da 15 a 25 anni.
ROTTURA DEL LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE (LCA)
Ad assicurare stabilità al ginocchio sono 4 legamenti principali: 2 collaterali, posti sotto la pelle ai lati del ginocchio, e 2 all'interno dell'articolazione (crociato anteriore e posteriore).
La rottura del legamento crociato anteriore si verifica per lo più nel corso di attività sportive: il ginocchio cede con comparsa di dolore intenso. Quando questo dolore si attenua e l'atleta tenta di alzarsi, non riesce ad appoggiare il peso sull'arto infortunato perché il ginocchio perde di stabilità.
La diagnosi è confermata dalla risonanza magnetica, che può evidenziare altre lesioni (meniscali o cartilaginee).
Questo legamento non ha la capacità di guarire spontaneamente pertanto si procede con l’intervento chirurgico.
L'intervento è eseguito in artroscopia, grazie all’ausilio di una piccola telecamera introdotta nel ginocchio attraverso minime incisioni, senza danneggiare i tessuti. Se presenti, le lesioni dei menischi, vengono trattate nello stesso tempo operatorio dei legamenti.
Il ricovero dura 24 ore. Si può iniziare a camminare il giorno dopo l'intervento con l'aiuto di stampelle e con un aumento progressivo del carico sull’arto operato. Segue un periodo di riabilitazione specifica, che pur essendo costruita ad hoc sul singolo paziente, si basa su protocolli terapeutici redatti grazie ad anni di esperienza in questo settore. Dopo la rieducazione si potranno riprendere le normali attività sportive.
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