La cuffia dei rotatori è un insieme di 4 tendini che collegano alcuni muscoli della spalla alla testa dell'omero. La loro contrazione fa muovere la spalla e il braccio. Si tratta dei tendini sottoscapolare, sopraspinato, sottospinato e piccolo rotondo; a questi va aggiunto il tendine del capo lungo del bicipite, che scorre in una doccia posta fra di essi.
I tendini sono solidamente fissati all'osso della testa omerale, ma hanno la tendenza ad usurarsi con il tempo, soprattutto se sollecitati frequentemente (con gesti ripetitivi e/o con sforzi con le braccia sollevate). Quando i tendini iniziano ad usurarsi ma sono ancora attaccati alla testa omerale, si parla di tendinopatia o tendinite, mentre quando si staccano dall'osso si parla di rottura della cuffia dei rotatori.
Le rotture della cuffia possono verificarsi in modo progressivo dopo i 40-50 anni oppure in modo acuto per un trauma. Si può inoltre avere uno strappo o un aggravamento di una rottura preesistente per un trauma in una spalla già dolorosa. Si parla di lesione massiva se la rottura interessa la quasi totalità dei tendini.
Il paziente descrive un dolore a livello della spalla, localizzato lateralmente, talora irradiato al gomito. Questo può manifestarsi nel corso delle attività quotidiane oppure essere più o meno costante, impedendo al paziente di dormire sulla spalla. Spesso si scontano di sera o di notte gli sforzi fatti nel corso della giornata.
Con una rottura della cuffia, nella grande maggioranza dei casi, il paziente può alzare il braccio anche oltre i 90° ma ha meno forza. Nel corso della visita ortopedica, il chirurgo verifica che la spalla non sia rigida e abbia una mobilità passiva completa. Ogni tendine viene valutato con un diverso test.
Si possono richiedere degli accertamenti per definire in modo più preciso i problemi dei tendini e dei muscoli corrispondenti. Una radiografia semplice è sempre necessaria prima di richiedere degli esami più complessi, come ad esempio una RM, una TC oppure degli esami con mezzo di contrasto. In base a quanto riferito dal paziente, all'esame obiettivo del chirurgo e all'esito di questi esami, verrà proposta la terapia più adatta.
Spesso, l'approccio iniziale è costituito da una terapia conservativa con una o due infiltrazioni con cortisonico e delle sedute di fisiokinesiterapia. In particolare, nei casi di rigidità è indicata la kinesiterapia in acqua calda, a cui vanno affiancati degli esercizi di allungamento che il paziente dovrà svolgere con il fisioterapista e autonomamente ogni giorno a domicilio. In caso di fallimento del trattamento conservativo oppure da subito in caso di pazienti giovani, attivi o sportivi, si propone una riparazione dei tendini con un intervento chirurgico in artroscopia.
La riparazione in artroscopia è realizzata con l'impiego di piccoli tagli (circa 1 cm) attorno alla spalla, che vengono impiegati per introdurre una telecamera e degli strumenti miniaturizzati. I tendini vengono suturati grazie ad ancorette avvitate nell'osso, a cui sono collegati fili ad alta resistenza che permettono di riportare il tendine staccato nel suo punto di inserzione. Questa chirurgia richiede un ricovero in day-surgery (24 ore).
Dopo l'intervento è necessario un lungo periodo di rieducazione, che viene condotta in regime ambulatoriale. I pazienti sono seguiti nel periodo post-operatorio dal chirurgo, dal fisiatra e dal fisioterapista fino al raggiungimento di un risultato soddisfacente: lo scopo è ottenere una spalla mobile e non dolorosa. La ripresa delle attività verrà stabilità in base al tipo di lavoro o di sport svolto dal paziente.
Ortopedico di Equipe, specializzato di Spalla, Ginocchio ed Anca.
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