Sempre più spesso le persone conducono uno stile di vita attivo anche al di là dell’età. Al chirurgo ortopedico viene richiesta una soluzione alle limitazioni funzionali date dalla patologia degenerativa, che impedisce di muoversi nella vita di relazione (ballare, camminare) fino a precludere l'autonomia e obbligare all'impiego di ausili o all'assistenza da parte dei familiari.
Tali limitazioni sono particolarmente evidenti quando ad essere colpita dall'usura è il ginocchio, un'articolazione portante, coinvolta in molte attività del paziente.
I sintomi della patologia degenerativa del ginocchio sono:
Dolore al ginocchio che si manifesta al carico, soprattutto all'avvio della marcia;
L’evoluzione classica dell’artrosi del ginocchio è la scomparsa progressiva della cartilagine fra il femore (coscia) e la tibia (gamba). Quando la cartilagine non può più fare da ammortizzatore, il movimento dell'articolazione causa degli sfregamenti sempre più dolorosi, che la distruggono progressivamente.
Esistono i farmaci antidolorifici e le infiltrazioni per contenere il dolore e la fisioterapia per migliorare la mobilità articolare: possono aiutare ad alleviare i sintomi, ma purtroppo non curano la patologia.
Infatti, attualmente non esistono sistemi per eliminare l’attrito e ripristinare una superficie liscia una volta che l’articolazione è danneggiata.
Quando i rimedi conservativi non permettono più un’adeguata funzione nelle attività quotidiane, l’intervento è ad oggi l'unica soluzione per ripristinare la funzionalità dell'articolazione.
Quando la cartilagine dell'articolazione è molto usurata e ogni movimento del ginocchio diviene difficile, causando dolore e impaccio nei movimenti.
L'intervento non è urgente, possono passare anni dalla diagnosi alla necessità di intervenire: è una decisione che il paziente prende insieme al suo chirurgo.
Nello specifico si propone l’operazione di protesi quando:
Quindi si opera quando il paziente ne ha necessità perché non trova soluzione per il dolore e la ridotta mobilità.
L'operazione viene eseguita in anestesia spinale e dura circa un'ora.
La spinale è un'anestesia locoregionale (non è un’anestesia generale) che ha lo scopo di desensibilizzare una parte del corpo bloccando i nervi spinali e quindi eliminando il dolore.
L'iniezione è indolore, grazie a un'anestesia locale. Nel corso dell'intervento il paziente non sente alcun dolore, ma se vuole si può essere coscienti.
Quindi non si vede e non si sente niente!
Lo scopo è ristabilire il movimento, riallineare l'articolazione ed eliminare il dolore.
Questo lo si ottiene sostituendo interamente (protesi totale) o parzialmente (protesi mono-compartimentale) il ginocchio con un'articolazione artificiale che viene fissata al femore (coscia) e alla tibia (gamba) con un cemento biologico simile a quello impiegato dai dentisti. L’integrazione dell’impianto è quindi immediata.
A differenza di quanto si pensa nell’immaginario comune, l’intervento di protesi non è un intervento distruttivo e pesante per il paziente. Questa tipologia di intervento è meno impegnativa di quanto si pensi, e si ottengono buoni risultati già in poche settimane. Ad esempio, le persone oltre gli ottant’anni d’età non sono escluse dalla possibilità di eseguire l’operazione, tutt’altro! Dato che l’aspettativa di vita in Italia è alta e la qualità media della salute è elevata, molte persone sono candidabili all’operazione con buoni risultati. Inoltre, l’artrosi si manifesta prevalentemente in età avanzata e solo eccezionalmente da giovani. Ecco perché l’età non è una controindicazione. Eventuali patologie associate andranno valutate attentamente con l’anestesista al fine di mettere in atto tutte le procedure utili al contenimento delle perdite ematiche e al controllo del dolore con i farmaci più appropriati.
Dopo circa un’ora e mezza di operazione segue un ricovero di qualche giorno (5-7), in cui ci si accerta che l’operazione sia andata a buon fine e non si sviluppino complicanze: si controllano l’emocromo e la ferita chirurgica, iniziando da subito a far camminare il paziente con l’ausilio delle stampelle e la supervisione del fisioterapista. Dopodiché il paziente potrà tornare a casa e potrà proseguire per qualche settimana la fisioterapia, che è fondamentale per velocizzare il completo ritorno alla normalità e ottenere un buon risultato dall’intervento. Infatti, dopo questo periodo la maggior parte dei pazienti raggiunge un buon livello di mobilità articolare e l’assenza di dolore.
Sarà possibile solamente quando si sarà in grado di piegare a sufficienza il ginocchio, in modo da entrare senza difficolta nel veicolo. Inoltre, sarà necessario aver abbandonato le stampelle. In media, si può riprendere la guida quindi dopo 6-8 settimane.
Questo intervento è l'unico modo per ristabilire un buon funzionamento dell'articolazione ed eliminare il dolore. Permette un netto miglioramento della qualità di vita al prezzo di un programma di fisioterapia da proseguire per qualche settimana. Con la protesi i pazienti possono camminare senza limitazioni (anche ballare o fare trekking in montagna) e svolgere sport in scarico (come bicicletta o nuoto). Gli sport più "traumatici" come la corsa o lo sci possono diminuire la durata della protesi nel tempo e sono sconsigliati.
È possibile che alcuni pazienti sentano il ginocchio operato un po’ più rigido dell’altro, ma non avvertono più il dolore che era presente prima dell’operazione.
La durata di una protesi è in media di oltre 15 anni, richiedendo poi la sostituzione per usura delle componenti (revisione protesica).
Dott. Enrico Visonà, Ortopedico di EQUIPE.
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