Questa straordinaria cura trae le sue origini da uno dei momenti più tristi e tragici dell’Umanità.
Infatti sia la Marina degli Stati Uniti sia quella della Germania subirono molte perdite di marinai che purtroppo persero la vita a causa delle esplosioni di bombe subacquee, ma senza riportare nessun danno alla cute. Le autopsie riportavano invece gravi danni agli organi interni, polmoni in primis, che apparivano quasi “collassati” su se stessi. Quella fu la scintilla che fece accendere la ricerca scientifica, si scopri infatti che la causa di quei danni erano le violentissime onde d’urto che scaturivano dall’esplosioni degli ordigni sotto acqua, una forza invisibile che riusciva a bypassare la pelle senza danneggiarla.
Altra osservazione che portò al primo utilizzo delle onde d’urto fu un aumentato riscontro di coliche renali, sempre nei poveri marinai dei sottomarini; in questo caso la spiegazione fu trovata nella disgregazione di calcoli renali causata dalle onde d’urto. Per tale motivo, le prime applicazioni delle onde d'urto in medicina furono introdotte in campo urologico, agli inizi degli anni novanta: da allora vengono ancora utilizzate ancor oggi con successo per la cura della calcolosi renale. Da questo iniziale utilizzo sui calcoli renali il loro impiego si è andato inizialmente affermando in ambito ortopedico nei processi di riparazione ossea ove sia presente un ritardo di consolidamento o una evidente pseudoartrosi.
Successivamente l’attenzione per questa metodica si è rivolta al trattamento delle calcificazioni intramuscolari e delle patologie tendinee, in particolare delle tendinopatie croniche resistenti ad altre terapie, con una chiara e circoscritta localizzazione anatomo-funzionale; ad esempio nelle classiche epicondiliti (gomito del tennista), nelle sofferenze del tendine d’Achille, del tendine rotuleo, nella tendinopatia calcifica di spalla, nella tendinopatia della zampa d'oca, nelle fasciti plantari associate o meno a spina calcaneare.
Da un punto di vista fisico le onde d’urto sono definite come onde acustiche ad alta energia. In pratica sono degli impulsi pressori con un fronte di salita rapidissimo in grado di generare una forza meccanica diretta che può essere indirizzata sulle parti del corpo da trattare.
Il razionale dell’utilizzo di tale strumento nelle tendinopatie è la stimolazione alla guarigione dei tessuti molli e l’inibizione dei recettori del dolore.
Gli effetti biologici delle onde d'urto infatti sono: l'effetto antinfiammatorio; l'effetto antidolorifico, l'effetto antiedemigeno, l'incremento della vascolarizzazione locale e l'incremento dei processi metabolici e quindi di riparazione tissutale.
Negli ultimi anni sono andate aumentando in letteratura le segnalazioni sulla efficacia delle onde d'urto; complessivamente si sono osservati successi terapeutici nell'80% delle epicondiliti (radiali o ulnari) e nel 70% delle tendinopatie (calcifiche e non) della spalla. Analoga percentuale di successi è descritta nelle tendiniti rotulee, nelle tendiniti del tendine di Achille e nelle fasciti plantari con e senza sperone calcanere.
Nella nostra Sede di Rovigo utilizziamo da più di 10 anni la Tecnologia Storz Medical, leader mondiale per le apparecchiature ad Onde d'Urto Focalizzate e Radiali.
L'onda d'Urto vera e propria è quella FOCALE, senza della quale non è possibile raggiugere i rislutati che avete appena letto.
Le Onde d'urto Radiali sono da ritenersi trattamento di abbinamento, utili per i tessuti molli circostanti o per problematiche superficiali
E’quasi sempre indispensabile integrare il trattamento con sedute di fisioterapia allo scopo di ridurre la contrattura muscolare, recuperare l'elasticità delle strutture capsulo-tendinee, recuperare l'articolarità delle strutture interessate ed inserire esercizi per il rinforzo muscolare.
La nostra esperienza oramai quasi ventennale , convalidata dalla letteratura scientifica mondiale, ci fa affermare che, nei casi in cui vi è una corretta indicazione clinica, il trattamento con la terapia ad onde d’urto si caratterizza in:
· Una netta riduzione del ricorso al trattamento chirurgico
· Una riduzione dell’uso di farmaci
· Una relativa assenza di effetti collaterali
· Una precoce evidenza della risposta positiva
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